CRONACHE E MEMORIE. LA MADONNA PELLEGRINA

Domenica scorsa 22 maggio 1949, a tarda sera, la Madonna Pellegrina è entrata, in un tripudio di luci e di canti, nella plaga di Cernobbio“.
Inizia così la cronaca, sulla stampa locale dell’epoca, del passaggio a Cernobbio della statua della Madonna Pellegrina di Fatima, che viaggiava di paese in paese, in pianura, sui sentieri in montagna, nelle borgate e nelle città, dove i fedeli la accompagnavano in processione per affidarla a quelli della parrocchia confinante.

Giungendo da Tavernola e poi da Maslianico, dopo essere stata un giorno e una notte a Piazza S. Stefano, “in una cornice superba di verde e di fiori“, era salita a Rovenna, dove i fedeli alla loro Madonna del Bisbino avevano la grande grazia di chiedere un Parroco nuovo. Sotto la pioggi era poi scesa a Casnedo a raccogliere le suppliche dei parrocchiani, delle buone suore e delle ricoverate all’Istituto guanelliano Regina Pacis. “Mai tanta folla, serrata nei ranghi e devota, fu vista a Casnedo” – lo affermava nel suo saluto il venerando parroco locale, con voce velata di pianto.

E da Casnedo a Cernobbio, il punto di incontro, era un vastissimo anfiteatro di fiammelle multicolori.
Una processioni devotissima, ordinata , interminabile, da richiamare visioni di paradiso dantesche, per il suggestivo passaggio alla riva, portava il simulacro alla chiesa del SS. Redentore.

Il sabato, omaggio a Maria dei piccolissimi e delle mamme: dei bambini dell’asilo, degli alunni, dei malati e visita agli stabilimenti.
Ovunque le maestranze e i dirigenti hanno preparato accoglienze trionfali: ovunque il massimo rispetto e la più viva devozione.
Alle Tessiture Bernasconi gli operai ebbero l’onore e il piacere di avere, con la visita della Madonna, anche quella dell’amatissimo Vescovo, il quale ripetutamente richiamava datori di lavoro e prestatori d’opera ai gravi e urgenti doveri cristiani da compiere sempre: nella vita privata, familiare e sociale.
A sera, la via Crucis per le vie della parrocchia. C’erano tutti: commossi per lo spettacolo ancora superiore, anche per la suggestività dell’ambiente (…).
La domenica, poi il commiato (…) e l’incontro a quel di Moltrasio.
Si prega, si canta senza posa: lieti. In un momento, le luci e i canti si fondano insieme. Gli sguardi sono fissi lontano: Alta, senza riparo, candida visione di purezza e di bontà, splendente di luce, si avanza la Madonna Pellegrina che continua la sua seminazione di grazie”.

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