CRONACHE E MEMORIE. CERNOBBIO E LA SUA CITTADELLA DELLA SETA

Per le giovani generazioni è difficile immaginare una Cernobbio lontana dal glamour degli hotel di lusso e dai turisti in villeggiatura sul lago. Eppure, all’epoca della famiglia Bernasconi, il paese appariva molto diverso da come lo vediamo oggi.
Allontanandosi di poco dalla Riva, ci si sarebbe imbattuti, infatti, in un vero e proprio villaggio industriale, oggi ancora visibile nell’impianto urbanistico di Cernobbio!

Imprenditore lungimirante, Davide Bernasconi deve averne visti molti di villaggi operai durante i suoi viaggi post laurea in giro per l’Europa. Germania, Francia e Svizzera: è da questi paesi che l’ingegnere potrebbe aver preso spunto per riprodurre un modello molto diffuso a quei tempi. Negli opifici tra fine Ottocento e inizio Novecento, l’imprenditore non era un semplice datore di lavoro, ma acquisiva un ruolo di “padre” della comunità operaia, alla quale forniva una serie di servizi aggiuntivi e infrastrutture: una casa, una scuola, un ospedale, un luogo per il dopolavoro, attività per il tempo libero e in alcuni casi addirittura una chiesa e un cimitero!

La testimonianza più emblematica in Italia, conservatasi perfettamente integra, è il villaggio di Crespi d’Adda (BG) fondato da Cristoforo Benigno Crespi nel 1877 e patrimonio dell’UNESCO dal 1995. Anche in quel caso, l’imprenditore realizzò una fabbrica tessile, per produrre filati di cotone. Anche in quel caso, come a Cernobbio, la presenza del fiume Adda fu determinante per generare l’energia necessaria a far funzionare l’opificio.

Anche l’ingegner Bernasconi si fece promotore di una vera e propria “cittadella della seta”, facendo costruire prima i dormitori per ospitare i lavoratori provenienti oltre che dai paesi circostanti e dalla Brianza, anche dal Veneto, dall’Emilia e dalla Bassa Padania.
E quando i posti letto non furono più sufficienti, commissionò la costruzione di case per operai nella zona bassa del paese, l’attuale quartiere di S. Giuseppe, e nella zona lungo il torrente Greggio denominata “i Crotti”.
Come presidente della locale “Società di Mutuo Soccorso”, incentivò la nascita dell'”Asilo Infantile di Cernobbio”, in un primo momento in locali presi in affitto e dal 1885, nell’attuale scuola dell’infanzia a lui intitolata in via Cinque Giornate.
La scuola secondaria “Don Umberto Marmori” ospitava invece gli uffici amministrativi delle Tessiture Seriche Bernasconi, mentre le villette indipendenti sul retro di Villa Bernasconi erano le case dei dirigenti dell’azienda.
In paese si possono ancora intravedere le due ciminiere della tessitura e della tintoria n. 2, ben visibili anche dalla torretta di Villa Bernasconi: forse l’ingegnere aveva voluto che la sua abitazione fosse costruita proprio a fianco degli stabilimenti per poter controllare la sua attività direttamente da casa!
L’imprenditore era stato parte inoltre della “Società Anonima Cooperativa Elettrica di Cernobbio” che nel 1907, sotto un’altra denominazione e presieduta dal figlio primogenito, avrebbe introdotto il primo impianto per la produzione e distribuzione del gas a Cernobbio e dintorni.

Insomma … la prossima volta che vi capiterà di approdare in Riva a bordo di un battello, chissà se riuscirete ancora ad intravedere il fumo dell’ultima ciminiera delle Tessiture Seriche Bernasconi ancora in piena attività, anche se come Tintoria CEL, e fantasticare di una Cernobbio tanto industriale quanto turistica.

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