UNO SGUARDO AL FUTURO. PLANTALIA

Plantalia. Arte Natura e Intelligenza Artificiale” offre un’interessante riflessione sul tema di massima attualità dell’Intelligenza Artificiale applicata all’arte.
La mostra delle opere di Debora Hirsch, cura di Aldo Premoli, è in corso fino all’1 maggio 2024 nelle sale di Villa Bernasconi.

 

PLANTALIA affronta problematiche legate a specie vegetali in pericolo di estinzione a causa dell’antropizzazione sfrenata del pianeta (monocultura, land grabbing, allevamento intensivo) e della crisi climatica in corso. Si tratta dunque (anche) di una riflessione sulla crisi climatica in corso. Anche ma non solo. Perché a partire dalla sua pittura sviluppata su tela, l’artista dialoga con programmi di Intelligenza Artificiale da cui ottiene immagini e video con cui crea poi inedite animazioni.
Alle immagini, infine, garantisce un’esistenza virtuale eterna registrandole in blockchain.
Ciò che eleva le opere di Hirsch a livelli trascendentali è proprio questo: l’ulteriore passo nel regno della blockchain. Qui le animazioni guadagnano un’esistenza eterna all’interno del contratto proprietario decentralizzato denominato Manifold.

 

Il dialogo con l’Intelligenza Artificiale
L’ Intelligenza Artificiale è oggi al centro del dibattito pubblico tanto per le straordinarie opportunità messe a diposizione quanto per i pericoli insiti in un suo uso scorretto: si tratta probabilmente della tecnologia più determinante del decennio in corso e forse anche del prossimo.
L’AI si riferisce a sistemi che mostrano capacità di analisi autonoma del loro ambiente per raggiungere gli obiettivi che vengono indicati dai suoi utilizzatori.
Il lavoro di Debora Hirsch, nello specifico, prevede l’utilizza di programmi Gan. Si tratta di moduli che contemplano allo stesso tempo un software Generatore e uno Discriminatore in competizione.
Il primo utilizza database di immagini su cui viene “allenato” dall’utilizzatore finale per generare a sua volta immagini sempre più convincenti. Il secondo cerca di distinguere le immagini generate da quelle reali.
In questo modo sia l’uno che l’altro affinano la capacitò di creare e distinguere immagini sempre più realistiche. Insieme migliorano il risultato finale.

Hirsch nello specifico utiizza Stable Diffusion, modello pre-allenato su dataset generici: attraverso l’inserimento di dataset specifici (composti da immagini dei suoi dipinti, disegni, e di specie botaniche selezionate) l’artista ottiene però un’ottimizzazione del programma finalizzandolo agli scopi che si prefigge.
Le immagini e i video generati da Stable Diffusion vengono successivamente esaminati e corretti con interventi pittorici appropriati, quindi di nuovo inserite nel programma in un dialogo che continua sino al raggiungimento del risultato che l’artista giudica soddisfacente.
Successivamente l’artista realizza delle animazioni utilizzando il materiale ottenuto dal modello – appaiono così piante, cornici, paesaggi, dettagli architettonici e piccoli uccelli monolitici. Si tratta di migliaia di  immagini di ogni genere, fonte e formato. Le risposte sempre più raffinate del programma vengono esanimate dell’artista e corrette con interventi pittorici appropriati, quindi di nuovo inserite in un dialogo che continua sino al raggiungimento di un risultato che l’artista giudica soddisfacente.
Nelle successive animazioni proposte – che Hirsch realizza sui materiali ottenuti – appaiono così piante, cornici, paesaggi, dettagli architettonici e piccoli uccelli monolitici. Un lavoro che funge da toccante allegoria della fragile rete di biodiversità che sta al centro dell’ecosistema di cui tutti facciamo parte. Va detto che questa pratica artistica se non è ancora così diffusa, non è comunque un caso isolato.
Gli approcci al machine learning da parte degli artisti si stanno moltiplicando e allontanandosi da un’estetica che ai suoi primordi appariva esclusivamente simil-surrealista.

La registrazione in blockchain
Una delle più recenti innovazioni tecnologiche nell’ambito dei software è rappresentata dalla blockchain.
In combinazione con l’Intelligenza Artificiale la blockchain ha generato innovazioni in settori come il mondo finanziario, quello del marketing e più di recente nello stesso mondo dell’arte.

Ma di cosa si tratta in realtà?
Possiamo immaginarla come un libro mastro: quindi un database decentrato in cui vengono inseriti dati archiviati in BLOCCHI (block) che vanno a fare parte di una CATENA (chain) tracciabile e sicura.
Assurta agli onori delle cronache prima per i suoi usi finanziari (le criptovalute) poi per le possibili compra vendite di opere NFT, alcuni artisti come Debora Hirsch hanno cominciato ad utilizzarla per registravi opere realizzate con l’Intelligenza artificiale.

Creatività e riflessione artistica
Per un’opera d’arte in digitale, come per qualsiasi altra è fondamentale la possibilità di essere vista. Per questo a partire dallo scorso decennio assolvono alla loro funzione esponendo anche opere digitali e come sempre accaduto – quando una nuova tecnologia viene messa a disposizione del grande pubblico – incontrando inizialmente qualche resistenza.
E’ accaduto con la stampa litografica nel XVIII secolo, con la fotografia nel XVIII secolo, con il cinema nel XIX secolo.
L’idea della collaborazione con la macchina è un tema che gli artisti indagano da secoli, ma è con l’introduzione dei software che la tecnologia ha cominciato per alcuni ad essere percepita come una rivale capace di minacciare la nostra stessa esistenza.
In realtà l’Arte in quanto modalità espressiva di un’urgenza umana non può essere sostituita: l’Intelligenza Artificiale guarda al futuro ma gli artisti – come dimostrano le tele di Debora Hirsch – non per questo perdono la connessione con la storia e la tradizione.

Se Mozart utilizzava i tasti di un pianoforte e Rodin uno scalpello, un artista contemporaneo può utilizzare un software o un pennello senza differenze: l’Arte come ha sempre fatto continuerà ad evolversi inglobando, se è il caso, qualsiasi nuova tecnologia a disposizione.
La diffusione dei sistemi di Intelligenza Artificiale avrà certamente conseguenze a livello culturale perché la tecnologia in sé non è buona e nemmeno cattiva, ma non è comunque neutrale.
La sua esistenza e le nuove possibilità che mette a diposizione sono destinate a modificare tanto il senso estetico che il senso comune.
Sarà meglio cominciare a prepararsi…

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